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Io posso


Mi ero ripromessa, in questo blog, di mantenere bene o male il tema del cibo e del cinema, dato che ci troviamo nel contesto del Cinema Delivery. Però il libro di Pif e Marco Lillo è e deve essere un'eccezione, perchè certe cose vanno oltre ogni tema, ci accomunano tutti ed è un bene che lo facciano.

Se non ne avete ancora sentito parlare, vi spiego brevemente perchè questo libro mi sta particolarmente a cuore:

_Il primo motivo, il più importante, è che dà la possibilità di fare concretamente qualcosa per cambiare un'ingiustizia, per far sentire la nostra voce e dare un finale diverso ad una storia di resistenza e coraggio

_Mi piace leggere la storia di persone che lottano per i propri principi, contro avversari giganteschi e apparentemente invincibili (in questo caso la Mafia e lo Stato) che però, nonostante tutto, non riescono ad avere la meglio. Mi fa pensare che ci sia speranza per tutti noi, che a volte vale la pena non chinare la testa, che a volte il male non vince

_Il libro è scritto benissimo, scorre via in un modo leggero e meraviglioso, è un piccolo gioiellino

_A volte abbiamo bisogno, nel nostro tran tran quotidiano, di fare qualcosa di significativo, qualcosa che abbia un valore duraturo e possa fare la differenza



La trama:

La storia è quella di due sorelle (e della loro mamma prima di loro) che un giorno, tornando a casa, trovano un uomo che afferma che quel palazzo adesso è suo e loro se ne devono andare. Un uomo legato alla mafia, e quindi pericolosissimo da sfidare (tant'è che tutti gli altri inquilini di quelle case finiscono per cedere). Loro però no, tengono duro. Rispondono alle minacce denuncia su denuncia, sempre sole, abbandonate sia dalle persone comuni che dalle istituzioni. E dopo 30 anni vincono. Hanno diritto ad un risarcimento per tutto quello che hanno passato, la Mafia ha perso.

Ma entra in gioco lo Stato: per vari motivi, legati all'arresto dell'uomo che le ha minacciate e ad un'amministrazione disastrosa della sua società, i soldi per risarcirle non ci sono.

Non solo, lo Stato non le riconosce vittime di mafia (quindi nessun aiuto nemmeno da questa parte)

Non solo, l'Agenzia delle Entrate chiede il pagamento delle tasse su questi soldi che le due sorelle non riceveranno mai.

Un finale decisamente insoddisfacente per 30 anni di coraggio, un finale che possiamo cambiare grazie a questo libro, il cui ricavato andrà interamente a coprire le tasse chieste dal governo. Se poi tante voci, le nostre voci, si uniranno a quelle delle due sorelle, potremmo riuscire a far ottenere loro lo status di vittime di mafia.

Che ne dite, non ne vale la pena?

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